Schiavi dei social network: i nuovi consumatori

Non hai un account su LinkedIn? Sei escluso dalla comunità professionale. Non frequenti Facebook? Sei tagliato fuori da contatti ed eventi. Non sei ancora su Naymz? La tua reputazione ne soffrirà inesorabilmente.

Suona quasi come una minaccia ma è la realtà: non appartenere ai social network, oggi, rischia di compromettere il proprio lavoro, la rete di amicizie, la reputazione professionale, il livello di riconoscibilità pubblica. Se non sei sui social network, non esisti. Se non sei su tutti i social network comunque sei penalizzato. E non basta iscriversi: devi partecipare, frequentare, aggiungere amici e approvare le richieste. E ancora, iscriverti ai gruppi, commentare, scrivere e produrre contenuto. Devi diventare il perfetto consumatore di social network. Sì, perché il sistema si nutre di questo: persone come te che consumano pagine, visualizzano pubblicità, creano nuovi contenuti per nuove pagine pronte da essere consumate. L’economia del social network deve essere in costante crescita (esattamente come l’economia della società del consumo), con la differenza che i tassi di crescita devono essere quelli della new economy, ovvero almeno del 40% all’anno. Per questo la comunità preme perché tu faccia la tua parte: da bravo consumatore, iscriviti a un altro network e inizia di nuovo ad aggiungere amici. Tanto, che ti costa? Un po’ di tempo online ma ne guadagna la tua rete di contatti. E avere più contatti ti permetterà di passare più tempo online a gestire le relazioni, diventando un consumatore provetto. Il tipo di consumatore che il sistema è pronto a premiare: reputazione, fama, denaro ti aspettano! Non perdere tempo a uscire di casa, fai il tuo dovere. Non chiederti che cosa i social network possono fare per te, ma quello che tu puoi fare per il network!

God bless the Network.

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Una risposta a Schiavi dei social network: i nuovi consumatori

  1. Biagio Rizzo scrive:

    Interessante post.
    Ti invito a leggere il mio sullo stesso argomento, ovvero sulla droga di facebook

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