Mettiamo alla prova i candidati

Quello che segue è l’elenco dei candidati per il PD alle politiche di Febbraio 2013 per la circoscrizione Lombardia 1.
Per ogni candidato, sono disponibili due link: il primo (sul nome) porta a una ricerca di news sul candidato. Quanto velocemente ci dimentichiamo di persone indagate, coinvolte in scandali o che semplicemente hanno fatto dichiarazioni che non ci piacciono? Bene, meglio rinfrescare la memoria prima di siglare una X accanto al nome.
Il secondo link (In parlamento) sfrutta il lavoro fatto da Openpolis per monitorare l’attività dei parlamentari. Si applica ovviamente solo a coloro che sono attualmente in parlamento, ma ci dà ottime informazioni sulle loro performance.

bersani pierluigiIn parlamento
galli gian paoloIn parlamento
pollastrini barbaraIn parlamento
mauri matteoIn parlamento
marzano In parlamento
civati giuseppeIn parlamento
quartapelle liaIn parlamento
fiano emanueleIn parlamento
laforgia francescoIn parlamento
monaco francoIn parlamento
peluffo vinicioIn parlamento
mosca alessiaIn parlamento
cimbro eleonoraIn parlamento
cova paoloIn parlamento
giuliani fabriziaIn parlamento
casati ezioIn parlamento
rampi robertoIn parlamento
gasparini danielaIn parlamento
carbone ernestoIn parlamento
- In parlamento
malpezzi simonaIn parlamento
prina francescoIn parlamento
messina gabrieleIn parlamento
cova ilariaIn parlamento
buraschi simonaIn parlamento
specchio lauraIn parlamento
cardona teresaIn parlamento
cova annaIn parlamento
campione marcoIn parlamento
croatto lorenaIn parlamento
schieppati augustoIn parlamento
cazzola giorgioIn parlamento
terzoni francescaIn parlamento
prino alessandroIn parlamento
daniel sergioIn parlamento
tommasone assuntaIn parlamento
lozza maurizioIn parlamento
oranges annabellaIn parlamento
copello chiaraIn parlamento
beggio umbertoIn parlamento

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La ricchezza come l’energia

Einsten sosteneva che l’energia non si crea nè si distrugge ma solamente si trasforma. La ricchezza si comporta allo stesso modo: globalmente la somma totale della ricchezza di un popolo rimane costante, semplicemente cambia forma e passa di mano in mano. Un’azienda che “crea ricchezza” in realtà sta consumando materie prime e quindi semplicemente sta trasformando la ricchezza da una sua forma grezza e meno utilizzabile a una più nobile (secondo alcuni) come il denaro.
La ricchezza consumata, o meglio trasformata, può essere anche l’acqua, l’aria, lo spazio verde o la possibilità di fare il bagno nei fiumi. Per cui un’azienda chimica non produce ricchezza: trasforma aria e acqua pulite in capitale, assegnandolo ai suoi share holders, che nella maggior parte dei casi non coincidono con i detentori della ricchezza originaria.
Una casa automobilistica consuma e produce ricchezza. Tra le forme di ricchezza che consuma possiamo riconoscere: materie prime, forza lavoro, impatto ambientale, prezzo pagato dai clienti per l’acquisto. Come ricchezza prodotta abbiamo: dividendi per gli azionisti, salari per i lavoratori, benefici del bene venduto (per esempio la libertà di muoversi e così via).
Il bilancio di questa trasformazione è sempre zero: se la ricchezza prodotta appare maggiore di quella consumata, probabilmente non stiamo considerando qualche variabile, come le condizioni dei lavoratori, l’inquinamento, gli effetti sociali della delocalizzazione produttiva e così via.
Nella finanza il meccanismo è ancora più esplicito: quando si afferma, dopo un crollo in borsa, che sono stati “bruciati” enormi capitali, non si intende dire che sono scomparsi. La ricchezza non si distrugge, semplicemente passa di mano. Il valore virtuale di un’azione cambia, ma il valore reale si ha solamente nel momento in cui c’è una compravendita: qualcuno guadagna vendendo a un prezzo maggiore dell’acquisto, ma qualcun’altro ci avrà perso (al netto dei dividendi che, come abbiamo visto, coinvolgono un meccanismo di trasformazione più ampio).
A questo punto diventa importante avere uno strumento di valutazione della ricchezza, in tutte le sue forme, in modo da poter affermare quali scambi e quali trasformazioni siano convenienti per ciascun soggetto, e dove invece ci andiamo a rimettere. Un corridoio ferroviario ad alta velocità nella Val di Susa produrrà ricchezza per alcuni soggetti (le imprese incaricate del progetto, gli utilizzatori del servizio) ma ne assorbirà altrettanta da soggetti diversi (gli abitanti delle zone interessate, tutti i contribuenti che parteciperanno alle spese di realizzazione). Finché non avremo un metro di misura comune per le diverse forme di ricchezza sarà sempre possibile argomentare pro o contro ciascuna posizione: i sostenitori dell’alta velocità affermeranno che il vantaggio collettivo prevale, i gruppi No-TAV sosterranno invece che i benefici saranno per pochi mentre i danni saranno irreparabili.
Dal momento che il metro più comune e comprensibile è il soldo, conviene quindi usare questa come unità di misura:

Indichiamo come misura di una ricchezza acquisita il valore economico che serve a procurarsi un particolare bene o vantaggio. Allo stesso modo, il valore di una ricchezza persa è pari all’importo economico che sarebbe necessario per procurarsene nuovamente una identica.

Facciamo un esempio: un fiume inquinato rappresenta una ricchezza persa di valore pari all’importo economico necessario a riportare quel fiume nello stato di pulizia originario. Se acquistiamo un’auto più veloce e questa ci consente di percorrere la stessa distanza risparmiando il 20% del tempo, la ricchezza guadagnata è pari al costo economico che avremmo per liberarci della stessa quantità di tempo (per esempio lavorando di meno o assumendo una domestica).
Anche la corruzione equivale a un processo di trasformazione e trasferimento della ricchezza: le vacanze ai Caraibi di Formigoni corrispondono a un beneficio (ricchezza guadagnata) sia per Formigoni sia per Daccò e la fondazione Maugeri che ha beneficiato di rimborsi gonfiati. I costi (ricchezza persa) manco a dirlo ricadono sui cittadini lombardi e in secondo luogo su tutti gli italiani.
Portando a compimento lo stesso ragionamento, possiamo affermare che

una crisi economica è una sproporzione nella distribuzione della ricchezza

la maggioranza della popolazione vede la propria ricchezza diminuire, mentre una minoranza limitata è sempre più ricca. L’accezione di ricchezza è ancora quella più ampia definita poco fa: Formigoni ha accumulato ricchezza perché ha goduto di vacanze ai Caraibi che hanno un valore economico ben preciso, a prescindere da quanto possa valere il suo patrimonio in questo momento. Se quindi la crisi economica può essere definita come uno squilibrio di questo tipo, allora la soluzione alla crisi diventa di una semplicità disarmante: ristabilire l’equilibrio.
Affinché il processo di ritorno in equilibrio sia incruento, occorre che siano le istituzioni a pilotarlo: ogni volta che viene accertato un meccanismo di corruzione, occorre immediatamente riportare la ricchezza sottratta nelle mani dei detentori originari. I meccanismi di speculazione in borsa dovrebbero essere banditi (come la vendita allo scoperto). I costi nascosti di un’attività produttiva (come l’inquinamento) dovrebbero essere portati allo scoperto e fatti pagare all’azienda produttrice.
Sicuramente è difficile ma non impossibile. L’alternativa è il processo cruento. Quando lo squilibrio nella distribuzione della ricchezza raggiunge livelli inaccettabili per la popolazione, quando la corruzione è ai suoi massimi, i risultati sono quelli che abbiamo visto in Egitto, in Libia, in Siria.

 

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Taxi scamuffi, non solo da noi

Il vecchio trucco del tassametro non azzerato e nascosto con il giornale a Londra si usa ancora. Uè, non è perché sto andando in aeroporto che sono il solito turista sprovveduto: caro tassista londinese, vedi di fare il bravo, che in Italia siamo vaccinati contro le sòle!

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Amore impossibile

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Una barriera insormontabile separa questo amore. Lillo e la sconosciuta spasimante non potranno incontrarsi :(

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IVA ebook: l’importante è non innovare

La notizia della multa (probabile) comminata dalla Commissione Europea contro Francia e Lussemburgo per aver impropriamente abbassato l’Iva sugli ebook non stupisce. Una coalizione di stati membri (a seguito di lobby da parte dei grossi gruppi editoriali) ha richiesto che l’abbassamento al 7% in Francia e soprattutto al 3% in Lussemburgo (dove, guarda caso, ha sede fiscale Amazon) venisse sanzionato dall’Unione Europea. E così è stato. Anziché sfruttare l’opportunità per chiedere l’adeguamento in tutti gli stati membri e l’equiparazione dell’Iva ebook a quella sui libri (4% in Italia) si è persa un’altra occasione buona per innovare.

Secondo la direttiva 2006/112 della commissione europea, l’Iva ridotta si può applicare – tra gli altri beni – solo a:

supply, including on loan by libraries, of books (including brochures, leaflets and similar printed matter, children’s picture, drawing or colouring books, music printed or in manuscript form, maps and hydrographic or similar charts), newspapers and periodicals, other than material wholly or predominantly devoted to advertising

In realtà si tratta di capire se l’interpretazione di book in questo contesto non possa includere anche gli electronic book. Sorprende infatti che si possa applicare la tassazione in misura ridotta anche a pubblicazioni interamente dedicate all’advertising mentre ne siano esenti pubblicazioni a carattere culturale in forma elettronica. Una cosa è sicura: la saga dell’Iva sugli ebook non è finita qui!

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Ingrediente segreto

Volo Alitalia Milano-Roma. Salvietta rinfrescante al tè verde. La lista degli ingredienti (non so nemmeno se sia obbligatorio metterla in una salvietta profumata) mi ha incuriosito. Indovinate che cosa manca?

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Alby, lillo e bambi

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Metti un cocker scatenato di fronte a un cerbiatto e scoprirai chi dei due ha più paura. La macchina fotografica conviene lasciarla in mano a qualcun altro, per evitare che la foto venga piuttosto mossa!

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Decalogo per il manager di successo

  1. Non prendere mai una decisione: fa’ che sia sempre il tuo interlocutore a farlo.
  2. Se la conversazione si fa difficile, sposta l’attenzione aggiungendo domande, idee, proposte.
  3. I dettagli tecnici lasciali a qualcun altro: è sempre lì che si nascondono i problemi.
  4. Se necessario nega anche l’evidenza.
  5. Se hai una buona idea comunica a tutti la tua intenzione di svilupparla. Poi falla fare a qualcun altro
  6. L’abito fa il monaco: vestiti sempre da amministratore delegato e ti considereranno tale.
  7. Nei meeting importanti, porta sempre con te un collaboratore. Sarà lui a farsi carico degli aspetti più problematici.
  8. Non lesinare apprezzamenti per le persone del tuo team di fronte ad altri. Ti sarà d’aiuto quando dovrai assegnare loro un problema.
  9. Venditi un risultato positivo prima di averlo conseguito: come nei giornali, l’eventuale smentita occuperà comunque meno spazio.
  10. Se non riesci a risolvere un problema, cambiagli nome: sarà più facile assegnarlo a qualcun altro.
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Ladri di biciclette 2: la caduta

C’era una volta il luogo dello smercio pubblico per le biciclette rubate, a Milano. Da anni il punto di riferimento per tutti, vittime e compratori, guardie e ladri. Poi, improvvisamente il sequestro. Perché?

Piazza 24 Maggio a Milano, accanto al mercato comunale, un gabbiotto stracolmo di biciclette usate. Ufficialmente un’officina di riparazioni. Ma casualmente tutte le bici erano in vendita.
Che fosse un punto di ricettazione lo sapevano tutti: ancora un anno fa ho assistito alla discussione tra il gestore e due ragazza, che avevano visto nel negozio la loro bici rubata nella notte precedente. Al ricevere la telefonata allarmata di una delle due ragazze, la polizia ha finto di non capire per alcuni lunghi minuti: insieme abbiamo tentato di far loro capire dove si trovasse questo gabbiotto (che non ha un numero civico) ma sembrava che la burocrazia avesse il sopravvento. O forse era solo un modo per fare “melina” e dare al biciclettaro il tempo di escogitare qualcosa. Che prontamente ha fatto, consegnando la bici alle ragazze e intimando loro di andarsene. Non l’avrebbe mai consegnata se non fosse stata rubata.

Oggi, sulla serranda del gabbiotto chiuso, un cartello recita: locale sottoposto a sequestro dall’autorità di p.s.
Cos’è successo di nuovo? L’autorità di P.S. ha impiegato anni per scoprire ciò che tutti sapevano? Inverosimile.
Sicuramente è cambiata la giunta, dopo che Pisapia ha vinto le elezioni: potrebbe essere una coincidenza, ma il fattore politico in questa vicenda sembra aver avuto un ruolo. Perché le informazioni c’erano già, solo le decisioni hanno tardato ad arrivare.
Aspettiamo ora con ansia i nuovi capitoli della saga.

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Siamo più connessi, ma davvero comunichiamo di più?

Basta salire su un mezzo pubblico, tram o autobus, per valutare il grado di interconnessione delle persone. Nel minuto medio, una persona su tre sta parlando al cellulare, inviando sms o comunicando con uno smartphone. Ma con chi?
È più facile comunicare in modo asincrono sui social network che scambiare due parole con il vicino di posto: forse la comunicazione mediata da device (una volta si parlava di comunicazione mediata da computer) è più semplice?
Altra cosa è la comunicazione broadcast: postare un commento su facebook è ben diverso dall’iniziare una conversazione. Seguendo un modello uno-a-molti, il messaggio sui social network non implica necessariamente un successivo ascolto. È forse questa la parte più complessa, quella dell’ascolto. E forse per lo stesso motivo su facebook ci sono più scrittori che lettori.

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Eliph torna online

Dopo diverse settimane di blackout, Eliph è ritornato online. Una versione non aggiornata di wordpress aveva aperto una porta agli hacker (o meglio, cracker) che ne avevano fatto base per inviare spam. Purtroppo.
Ora, con wordpress aggiornato e nuove password, siamo di nuovo live. Grazie al team di altervista per il supporto!

Ziko si gode l'ultimo sole del pomeriggio d'autunno

Ziko si gode l’ultimo sole del pomeriggio d’autunno

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Refusi pubblicitari

Basta una lettera in più o in meno per fare la differenza

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Pubblicità elettorale a Milano, il 23 marzo 2011:

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