Genetica comportamentale, astrologia e fisognomica

La nuova collaborazione tra genetisti e psicologi ha l’obiettivo di predire il carattere e il comportamento degli individui a partire dal codice genetico. Come farlo? Studiando i comportamenti ricorrenti e mappandoli con geni presenti negli individui.

Superate le accuse di discriminazione razziale – dovute agli studi in epoca nazista volti a dimostrare la superiorità della razza ariana – i genetisti comportamentali hanno un obiettivo puramente scientifico: dimostrare che esiste una correlazione tra mappa genetica e carattere degli individui. Stefen Pinker in Tabula Rasa – Perché non è vero che gli uomini nascono tutti uguali, sostiene un presupposto giusto: se i geni hanno così tanta influenza su caratteristiche fisiche come il colore degli occhi e della pelle, devono averlo anche sul comportamento. Tesi avvalorata anche dai numerosi studi che provano quanto l’uomo non sia “tabula rasa”, ovvero due soggetti inseriti nello stesso contesto culturale ed educativo sviluppano personalità diverse. Che quindi devono essere legate al patrimonio genetico unico di ogni individuo.

Curioso, ma le stesse affermazioni indicate da Pinker sono ugualmente utilizzabili per sostenere la validità scientifica dell’astrologia: se la posizione di stelle e pianeti è in grado di influire su maree e cicli naturali, deve avere effetto anche sulla personalità degli individui. Allo stesso modo due soggetti nello stesso contesto culturale ed educativo svilupperebbero comportamenti diversi a causa del diverso oroscopo.

Ovviamente la mia è una provocazione, ma se pensiamo a quanto distanti siano i geni dal comportamento in termini di distanza causale – ovvero di quanto lontano sia l’effetto dalla causa, sia in termini temporali sia in termini di effettiva riconducibilità – ci rendiamo conto che davvero la genetica comportamentale non sia molto diversa dall’astrologia in quando ad ambizione esplicativa. Il sistema genetico è estremamente complesso, di una complessità probabilmente non lontana da quella che caratterizza i fenomeni atmosferici. La metereologia dichiara di non poter prevedere i fenomeni oltre le due settimane, non per limitazioni della tecnologia per limiti matematici del modello: è la teoria del caos. La genetica invece sostiene di prevedere il comportamento sviluppato dagli individui dopo decine di anni dalla nascita con un particolare patrimonio genetico: possibile?

Il metodo di indagine è chiaro: si prendono – per esempio – mille soggetti con una caratteristica comportamentale precisa (ad esempio essere “estroversi”). Quindi si analizzano i geni ricorrenti nella maggioranza dei soggetti e quindi si associano a tali geni la caratteristica di codificare il carattere estroverso. Ma allo stesso modo si potrebbe vedere la posizione di tutti i pianeti al momento della nascita di tali soggetti e individuare le configurazioni ricorrenti nella maggioranza dei soggetti: in tal modo potremmo far ricondurre il carattere estroverso a una caratteristica astrologica. Dirò di più: si potrebbero analizzare anche i tratti somatici del volto e scoprire che ci sono tratti ricorrenti nella maggioranza di tali soggetti: avremmo così una giustificazione scientifica anche della fisiognomica.

Questa voce è stata pubblicata in società e contrassegnata con , , . Contrassegna il permalink.

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>

*