Dal problem solving al problem management

Se consideriamo un arco temporale limitato alla esperienza individuale, la maggior parte dei problemi non hanno soluzione. Diventa quindi importante il modo in cui vengono gestiti. O, per dirla diversamente: la maggior parte dei problemi non si risolvono. Si gestiscono.

Se prendiamo il problema del riscaldamento globale, possiamo dire che sicuramente una soluzione esiste nel lungo periodo, ma non nell’arco esperienziale dell’individuo (ovvero una generazione). La crisi del settore tessile non ha soluzione dal punto di vista dell’azienda che chiuderà i battenti. Un problema di organizzazione aziendale, nell’esperienza di un dipendente che cambierà lavoro nell’arco di qualche anno, appare ancora una volta senza soluzione.

Nell’ottica esperienziale dell’individuo, dell’azienda, del dipendente, assume quindi rilevanza primaria non cosa verrà fatto per risolvere tali problemi quanto le strategie per gestirli.
In azienda, il ruolo del manager deve essere in grado di combinare al meglio entrambe le cose: l’ottica di lungo periodo per la salute della società e quella del breve per la motivazione delle persone.
Inoltre, a distanza di tempo quando il problema è diventato non più rilevante (ad esempio perché il dipendente ha cambiato lavoro) quello che rimane impresso nella memoria non è se il problema sia stato risolto o meno, ma come sia stato affrontato.

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