IVA ebook: l’importante è non innovare

La notizia della multa (probabile) comminata dalla Commissione Europea contro Francia e Lussemburgo per aver impropriamente abbassato l’Iva sugli ebook non stupisce. Una coalizione di stati membri (a seguito di lobby da parte dei grossi gruppi editoriali) ha richiesto che l’abbassamento al 7% in Francia e soprattutto al 3% in Lussemburgo (dove, guarda caso, ha sede fiscale Amazon) venisse sanzionato dall’Unione Europea. E così è stato. Anziché sfruttare l’opportunità per chiedere l’adeguamento in tutti gli stati membri e l’equiparazione dell’Iva ebook a quella sui libri (4% in Italia) si è persa un’altra occasione buona per innovare.

Secondo la direttiva 2006/112 della commissione europea, l’Iva ridotta si può applicare – tra gli altri beni – solo a:

supply, including on loan by libraries, of books (including brochures, leaflets and similar printed matter, children’s picture, drawing or colouring books, music printed or in manuscript form, maps and hydrographic or similar charts), newspapers and periodicals, other than material wholly or predominantly devoted to advertising

In realtà si tratta di capire se l’interpretazione di book in questo contesto non possa includere anche gli electronic book. Sorprende infatti che si possa applicare la tassazione in misura ridotta anche a pubblicazioni interamente dedicate all’advertising mentre ne siano esenti pubblicazioni a carattere culturale in forma elettronica. Una cosa è sicura: la saga dell’Iva sugli ebook non è finita qui!

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