Ancora su biciclette e marciapiedi

Immaginiamo una città fantastica, uscita dalla mente di un urbanista visionario e al tempo stesso pazzo. Una città in cui la circolazione si svolge prevalentemente in auto e in bicicletta, motivo per cui i marciapiedi non sono stati previsti. I pedoni, secondo le regole della circolazione stradale, sono costretti a camminare sulla strada, perché la pista ciclabile è riservata alle biciclette. Ecco allora che nasce un movimento di protesta…

…gruppi di pedoni cominciano a protestare a gran voce per chiedere la realizzazione dei marciapiedi. Altri invece invadono le piste ciclabili: anche se si tratta di una violazione del codice della strada, è sempre meglio che rischiare la vita camminando in mezzo alla strada. I ciclisti ovviamente non comprendono le ragioni dei pedoni: c’è così tanto spazio sulla carreggiata, perché devono per forza invadere lo spazio riservato a loro? Oltretutto è pericoloso anche avere i pedoni sulla pista ciclabile, possono verificarsi incidenti, quindi è meglio che tutti rispettino le regole prestabilite. E così, nella nostra città ipotetica, nulla cambia e le proteste continuano.

Fortunatamente questa città non esiste. Un architetto che progetti uno spazio urbano senza marciapiedi sarebbe sicuramente un pazzo. E senza piste ciclabili, sarebbe giustificabile? Perché l’urbanista che dimenticasse le piste ciclabili dovrebbe essere considerato meno folle del primo? Esiste un diritto maggiore dei pedoni rispetto ai ciclisti, forse, di avere uno spazio dedicato? O più semplicemente siamo così abituati a vedere strade e marciapiedi da considerarli come un complemento imprescindibile; abitudine che invece non esiste nel caso delle piste ciclabili e che quindi sono considerate facoltative. E’ solo questione di abitudine, e del fatto che i marciapiedi sono nati per primi. Solo per una coincidenza del caso che le nostre città sono come le conosciamo (con marciapiedi e senza piste ciclabili) piuttosto che come quelle ideate dall’urbanista folle descritto in questo articolo.

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Una risposta a Ancora su biciclette e marciapiedi

  1. frank scrive:

    Hem… non è poi troppo fantastica quella città: esistono già quartieri nuovi (in genere tra le villette a schiera di periferia estrema) senza marciapiedi o ridotti di numero e larghezza e per lo più limitati a raggiungere lo spazio dedicato ai cassonetti. e in questi non ci sono piste ciclabili, è previsto solo di usare l’auto: esiste soprattutto il diritto maggiore dei mezzi a motore su tutti gli altri.

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