Politica, religione e l’esclusiva sulla morte

Quello che è accaduto nel caso di Eluana Englaro, ovvero la contrapposizione della famiglia da un lato – con tutte le sofferenze e dubbi che può portare con sè la decisione di lasciar andare una componente della famiglia – e il mondo politico cattolico dall’altro non si spiega solamente con l’attenzione alla persona o alla vita. Se veramente l’interesse di chi è intervenuto in questo dibattito fosse stata Eluana o la sua famiglia, allora la risposta sarebbe stata semplice: Eluana ha diritto di smettere di soffrire (l’ha chiesto esplicitamente) e così anche la sua famiglia ha diritto di decidere per il bene di sè e della loro figlia.
In realtà il punto non è per niente questo. Il punto è una riaffermazione del potere. Il potere sulla vita e sulla morte, che per tradizione è rimasto in mano alla chiesa cattolica, unica in grado di stabilire cosa è giusto o meno. Non solo: è il terrore della morte che tradizionalmente spinge l’uomo a rifugiarsi nella fede. Se questa paura viene meno, perché è possibile decidere anticipatamente della propria sorte mediante un testamento biologico, tutta l’impalcatura stessa della fede viene meno. La macchina religiosa, che si fonda su cieca obbedienza e donazione (non solo dell’anima ma anche di cospicue somme in denaro) rischia di crollare se viene a mancare questa componente di paura. E’ una forma molto sottile di terrorismo: abbiamo paura di quelllo che ci accadrà dopo la morte e quindi ci affidiamo all’unico soggetto in grado di proteggerci e di garantirci un futuro felice dopo la morte: la chiesa. Siamo disposti a rinunciare alla nostra libertà pur di avere la sicurezza della salvezza.
Notare come il meccanismo sia lo stesso adottato da tutte le politiche del terrore: l’amministrazione Bush ha sfruttato il terrore verso il nemico islamico e ha ottenuto una rinuncia a libertà fondamentali (come la privacy) in cambio di una parvenza di sicurezza. Più sicurezza = meno libertà. Più terrore = più controllo.
L’urgenza e la veemenza con cui si sono mosse tutte le forze politiche di centro destra (e di matrice cattolica) è stata impressionante: non può essere la sola vicenda di Eluana – per quanto toccante e di valore – a giustificare questo massiccio dispiegamento di forze politiche e la corsa contro il tempo per l’approvazione di un decreto di legge prima e di un DDL poi. Napolitano l’ha capito e ha posto correttamente il suo veto a un’affermazione di autorità fuori luogo e fuori tempo. In fondo l’Italia è una democrazia laica, fondata su una netta separazione tra politica e religione, così afferma la costituzione. Ecco perché la prossima mossa per le forze politiche di centro destra è quella di modificare la costituzione. Nei periodi di crisi e di difficoltà economica, la riaffermazione dell’integralismo religioso è sempre dietro l’angolo. Come è avvenuto in molti paesi islamici (che negli anni ’70 erano democrazie liberali e oggi sono a matrice integralista) potrebbe avvenire anche in Italia.

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3 risposte a Politica, religione e l’esclusiva sulla morte

  1. Lisa scrive:

    ciao Alberto,
    ho letto il tuo ultimo post.
    Con parole molto semplici esprimi quello che tutti dovrebbero sapere e di cui tutti dovrebbero rendersi conto ma in realtà purtroppo non è così. L’ho letto volentieri.
    Voglio solo farti i miei complimenti. Eccezionale blog.
    Buona serata
    Lisa

  2. Paolo scrive:

    Ciao Alberto

    beh, è un tema difficilissimo da affrontare questo. Sinceramente penso che la scelta dovrebbe essere comunque lasciata all’individuo e qualora ciò non fosse possibile al suo tutore legale. L’intromissione del governo in questa vicenda è stata a dir poco vergognosa, ma l’”insurrezione” contro la chiesa ed i cattolici mi è sembrata altrettanto sbagliata e fuori luogo.

    Per come la vedo io, il testamento biologico è la classica foglia di fico. Non si può decidere della propria vita quando si è ancora giovani, sani e belli. Sarebbe sbagliato e pericoloso. Molto meglio lasciare a chi ci sta accanto la decisione finale.

    Rimane poi il fatto che il destino della povera Eluana è stato deciso da una sentenza per lo meno discutibile… Lei non aveva chiesto esplicitamente proprio nulla e anche se lo avesse fatto, a me sembra del tutto ininfluente. L’attaccamento alla vita si acuisce proprio in casi estremi come questo, come ben sa chi c’è passato.

    Ti lascio con una citazione di T. S. Eliot che mi è capitato di leggere in questi giorni. Comunque la si pensi, io la trovo magnifica e straordinariamente attuale:

    Where is the Life we have lost in living?
    Where is the wisdom we have lost in knowledge?
    Where is the knowledge we have lost in information?
    The cycles of Heaven in twenty centuries
    Bring us farther from GOD and nearer to the Dust.

    Un saluto

    Paolo

  3. Massi scrive:

    Condivido quanto dici se seguo il tuo punto di vista, ma penso che ce ne sia una altro di cui nessuno finora ha parlato apertamente che riguarda la questione morale del padre/famiglia.

    Personamente non sono mai stato convinto fino in fondo che lei lo abbia chiesto. Ho sempre pensato invece che la decisione del padre di percorrere un iter di legalita’, basato su un principio sacro come la difesa del diritto che abbiamo sulla nostra vita, si sia in ultimo appogiato su una colonna emotiva piuttosto che reale.

    Spero di non urtare la sensiblita’ di nessuno dicendo che la mia impressione sia di aver visto una famiglia estenuata, perche’ non piu’ libera di vivere per tutti gli anni in cui hanno dovuto accudire la figlia, basta pensare a come devono aver passato tutte le ricorrenze, che, incapace di sostenere moralmente la decisione di tagliare quel filo sottilissimo di NON-vita, ha cercato una “assoluzione” attraverso un organo laico garante dei principi alla base del diritto e in quanto tale impersonale.

    Come Fazio stesso ha sottolineato avrebbero potuto percorere altre vie per arrivare alla stessa soluzione eppure non lo hanno fatto e il padre non ha saputo dare una risposta convincente a riguardo.

    Spero si capisca che non c’e’ giudizio nelle mie parole perche’ sono convinto che la scelta di difendere la vita ha senso se c’e’ una vita da diendere e in questo caso non c’era prova ne e’ che e’ bastato poco tempo perche’ si spegnesse definitivamente.

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