La nuvola controvento

C’era una volta una piccola nuvola bianca, di nome Enny. Viveva insieme alla sua famiglia: le sue sorelline, piccole e bianche, e Mamma Nuvola, più grande di tutte e bianca come la neve. Enny aveva un sogno: volare controvento.

Che cosa poteva esserci di più bello che scendere dall’alto dell’atmosfera fino a sfiorare la terra e risalire fino ai limiti del cielo? Voleva provare l’ebbrezza di volare secondo i suoi desideri e non quelli della sua famiglia o del vento. Desiderava sentire la brezza intorno al viso e il paesaggio correre velocemente sotto di sè in tutte le direzioni. Questo era il suo desiderio, ma ogni giorno si ritrovava a seguire la corrente d’aria insieme alle sue sorelle e Mamma Nuvola.

Un giorno, mentre Mamma Nuvola si era distratta a contare le persone sdraiate su un prato e le sue sorelline erano intente a rincorrersi, decise di fare un primo test di volo. Prese un bel respiro, allargò le sue alucce di nuvola, e inizio a muoversi in direzione opposta alle altre: controvento. La sua emozione fu enorme quando vide che la cosa funzionava! Si stava pian piano allontanando dal gruppo e sapeva che questo avrebbe fatto arrabbiare la mamma, ma la felicità di muoversi verso gli spazi immensi che vedeva davanti a sè, era incontenibile.

Ma non aveva nemmeno fatto in tempo a gioire del suo primo successo che subito si udì il grido di Mamma Nuvola: “Enny! Dove stai andando?? Torna subito qui!!” Ed Enny non potè far altro che ubbidire. Con le alucce abbassate e gli occhi mogi mogi tornò da Mamma Nuvola e sorelle nuvolette chiedendo scusa per essersi allontanata. “Lo sai che è pericoloso – la rimproverò Mamma Nuvola – ve l’ho detto centinaia di volte. Dovete stare in gruppo e non allontanarvi. Potreste rischiare di perdervi o, peggio, di incontrare le nuvole nere!”
Enny non aveva paura di perdersi: anzi, l’ignoto la affascinava. Ma le nuvole nere, pur non sapendo esattamente di che cosa si trattasse, un pochino la spaventavano. Ancora non poteva immaginare che, di lì a poco, avrebbe fatto la loro conoscenza!

Il giorno dopo, Enny e la sua famiglia, stavano ancora sorvolando lo stesso prato. Guardare le persone là sotto mentre giocavano e indicavano il cielo era divertente e rilassante al tempo stesso. E ancora una volta, a Enny venne un irrefrenabile desiderio di volare via. Aprì allora le sue alucce da nuvola, prese un bel respiro e… via! Un battio d’ali a destra, un battito d’ali a sinistra, e si ritrovò a cavalcare una meravigliosa corrente ascensionale. In pochi secondi era già altissima nel cielo. E come era salita, la corrente prese a scendere velocemente, ed Enny urlava di gioia mentre seguiva come un ottovolante il vento che la portava a sfiorare la terra e a sentire l’odore del prato.
L’emozione era incredibile, tanto che non si rese conto di quanto si stava allontanando dal gruppo. Quando finalmente decise che era il momento di fermarsi, si voltò indietro e non vide più nessuno. Si era allontanata troppo!

Guarda a destra, guarda a sinistra, Mamma Nuvola e le sue sorelle nuvolette erano sparite. Il prato sotto di lei sembrava lo stesso, ma forse era diverso. Forse si era davvero allontanata troppo e in quel momento rimpianse di non aver ascoltato sua mamma. Mentre sentiva avvicinarsi la disperazione, vide in lontananza alcune sagome conosciute di nuvole. “Ecco le mie sorelle”, Pensò. E iniziò a chiamare e a volare nella loro direzione. Ma più si avvicinava più si accorgeva che qualcosa non andava. Sembravano diverse dalle sue sorelle, c’era qualcosa che non tornava. Erano più… scure, più grigie… Erano nuvole nere!

Nello stesso momento in cui si rese conto di aver incontrato le terribli nuvole nere contro cui sua Mamma l’aveva tanto messa in guardia, un suono agghiacciante che assomigliava a un ruggito si fece largo nel cielo. Le nuvole nere avevano preso a correre nella sua direzione, una contro l’altra, scavalcandosi a vicenda e accapigliandosi nella corsa. E ogni volta che si toccavano era come uno scontro: scintille e boati accompagnavano il loro rotolare impetuoso nel cielo.

Enny era impietrita dalla paura.

Cercò di scappare ma in quel momento si alzò un vento fortissimo che iniziò a sballottarla a destra e a sinistra. Enny sbatteva con vigore le sue alucce da nuvola, ma sembrava che non avessero alcun effetto, tanto era forte la corrente che la stava trascinando. Si ritrovò a salire nuovamente verso l’alto, inizialmente allontanandosi dalle nuvole nere, per poi precipitare nuovamente in basso, sotto di loro, e accorgersi che dall’alto cadeva impetuosa dell’acqua.

Mentre le nuvole bianche erano fatte di vapore, come insegnavano nella scuola per giovani nuvolette, le nuvole nere erano fatte di pioggia. E quando la pioggia iniziò a inzuppare le sue alucce, Enny si rese conto che non era una cosa buona. Provò a chiede aiuto ma non c’era nessuno laggiù che potesse sentirla. Anche le persone che prima giocavano nel prato erano tutte scomparse chissà dove. Si mise a piangere.

Ma con la stessa velocità con cui erano arrivate, le nuvole nere improvvisamente spiccarono il volo e sparirono all’orizzonte. La pioggia era cessata immediatamente ed Enny si accorse che, anche con le alucce un po’ bagnate, riusciva lo stesso a volare. Cercò di salire più in alto possibile per vedere la situazione quando sentì chiamare il suo nome: “Enny! Enny! Enny!”.

Era Mamma Nuvola. E c’erano anche le sue sorelle. Erano venute a cercarla e avevano fatto scappare le terribili nuvole nere. Enny non era mai stata così felice in vita sua. Corse incontro a sua Mamma per abbracciarla e le gettò le sue alucce da nuvola intorno al collo in un gesto d’affetto così spontaneo che Mamma Nuvola – se prima era accigliata e pronta a sgridare l’incauta nuvoletta – non riuscì a trattenere un gigantesco sorriso e l’abbracciò a sua volta.

Questa voce è stata pubblicata in favole e contrassegnata con . Contrassegna il permalink.

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>

*